RSPP: cosa fa il Responsabile Servizio Prevenzione-Protezione
Il decreto legge n.81 del 2008 (Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro) ha introdotto la figura del RSPP. Il significato di RSPP è Responsabile Servizio Prevenzione-Protezione.
Nominato dal datore di lavoro, che non può delegare tale compito,
il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione è un professionista che opera nell'ambito della sicurezza sul lavoro, obbligatoria in tutte le aziende con almeno un lavoratore.
Il datore di lavoro che non adempie a tale compito può essere punito con l’arresto da 3 a 6 mesi o con un’ammenda tra i 2.500 e i 6.400 euro.
Ma quali sono i compiti del RSPP, e quali le caratteristiche che deve avere?
I requisiti del RSPP
Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, come stabilito dalla legge, deve essere in possesso di un diploma di scuola superiore e di una formazione in materia di sicurezza sul lavoro, acquisita attraverso corsi specifici e programmi di aggiornamento.
Il percorso formativo per diventare RSPP è definito dall’Accordo della Conferenza Stato-Regioni e prevede:
- un modulo A di 24 ore, dal vivo o in modalità e-learning, propedeutico ai moduli successivi;
- un modulo B di 48 ore, comune a tutte le attività e propedeutico ai successivi corsi di specializzazione;
- i corsi di specializzazione, riservati ai RSPP di specifici settori: agricoltura (12 ore), costruzioni (16 ore), sanità (12 ore), chimico (16 ore);
- un modulo C di 24 ore, dedicato ai rischi psicosociali da organizzazione del lavoro, turnazione e stress.
Terminati i moduli obbligatori, a seconda del settore a cui l’azienda appartiene, il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione è chiamato a sostenere l’esame finale che dà accesso all’attestato. Ogni cinque anni, tale attestato deve essere aggiornato mediante un corso di 40 ore.
Non è tenuto a frequentare i corsi di formazione l’aspirante RSPP laureato in Ingegneria civile e ambientale, dell’informazione, della sicurezza o industriale, ma anche i laureati in Scienze dell’architettura e in Scienze e tecniche dell’edilizia.
Gli obblighi del RSPP
I compiti del RSPP sono definiti dal Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, e sono così riassumili:
- individuazione e valutazione dei rischi;
- definizione delle misure per la sicurezza e la salubrità degli ambienti lavorativi;
- elaborazione delle misure preventive e protettive, e delle procedure di sicurezza per le attività aziendali;
- proposta di programmi informativi e formativi per i lavoratori.
Inoltre, il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione è chiamato a partecipare alla redazione del Documento di Valutazione dei Rischi, uno strumento di gestione della sicurezza sul lavoro finalizzato alla valutazione e alla prevenzione dei rischi professionali all'interno dell’azienda.
RSPP interno o esterno?
Il RSPP deve essere nominato all’interno dell’azienda nei seguenti casi:
- aziende industriali come definite dall’art. 2 del dl n. 334/1999 e successive modificazioni;
- centrali termoelettriche;
- impianti e installazioni come stabilito dagli art. 7, 28 e 33 del dl n.230/1999 e successive modificazioni;
- aziende deputate alla fabbricazione e al deposito di esplosivi, polveri e munizioni;
- aziende industriali con 200 o più lavoratori;
- industrie estrattive con 50 o più lavoratori;
- strutture di cura con 50 o più lavoratori.
In caso all’interno dell’organizzazione non vi siano dipendenti in possesso dei requisiti richiesti, è possibile nominare un RSPP esterno.
Il ruolo può invece essere assunto dal datore di lavoro nelle aziende artigiane e industriali fino a 30 dipendenti, in quelle agricole e zootecniche fino a 10 dipendenti, nelle aziende di pesca fino a 20 dipendenti e in tutte le altre tipologie di aziende con meno di 200 dipendenti.
Qual è lo stipendio di un RSPP? In Italia, la media è di 38.400 euro all’anno: si va dai quasi 32.000 di un professionista entry-level ai 50.000 euro delle figure senior. Tali cifre riguardano i RSPP esterni, iscritti all’Albo della loro Regione.
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