Il Cloud Architect, la figura più richiesta (e più retribuita) dalle multinazionali
Se c’è una figura professionale da tenere sott’occhio per i prossimi anni, è il Cloud Architect. Alcune competenze digitali ritenute fino a ora secondarie, infatti, diventeranno prioritarie per le aziende: si va dal Cybersecurity Specialist, al Business Intelligent Analyst, dal Data Scientist al Data Specialist. Tra queste spicca la figura del Cloud Architect, un architetto impegnato nella gestione dei sistemi informatici distributivi che lavora in ambiti specifici per aziende come Coca Cola, IBM, Red Hat tra le altre.
Chi è e cosa fa il Cloud Architect?
Il Cloud Architect è un architetto che si occupa di progettare e costruire ambienti cloud scalabili e resilienti, quindi facilmente gestibili e in grado di rispondere positivamente al cambiamento e, soprattutto, che si adattino il più possibile alle esigenze di business di un’impresa. È una figura sempre più apprezzata e ricercata e ha la funzione di “facilitatore” nel complesso processo di trasformazione digitale che le aziende stanno vivendo. Infatti al giorno d’oggi è necessario migrare i propri dati all’interno di un public cloud, un’esigenza che al momento viene soddisfatta attraverso consulenze esterne, che vedono coinvolti singoli professionisti in progetti mirati e a breve termine. Ma oggi il vento sta cambiando, e la prossima mossa delle aziende potrebbe essere proprio quella di assumere figure professionali come i Cloud Architect o i Cloud Engineer.
Come diventare Cloud Architect
Chi vuole intraprendere la carriera di Cloud Architect, non deve solamente avere un’accurata conoscenza dei sistemi di Cloud Computing Architecture e delle soluzioni IT più rilevanti, ma deve possedere anche una buona comprensione del Back-End e delle sue risorse a basso livello: dalle reti allo storage, fino all’hypervisor, in modo da fornire alle aziende soluzioni sicure, capaci di sviare i rischi legati alle infrastrutture cloud. In ambito IT, collabora con i Project Manager nel sviluppare le applicazioni “mission critical”, e cioè basate sull’utilizzo di tecnologie cloud-oriented; affianca i team di progetto nella corretta applicazione di linee guida e nel “troubleshooting” delle problematiche che emergono via via che si utilizzano le applicazioni. Il Cloud Architect deve saper parlare di affari. Ad esempio, deve saper identificare il ritorno di investimento di una soluzione cloud in una determinata organizzazione; valutare le metriche, le abitudini degli utenti e così via, in modo da quantificare il vantaggio business per l’azienda. È uno sperimentatore. Non deve avere paura dei cambiamenti e delle innovazioni, ma deve al contrario implementare nuove piattaforme, valutare nuove soluzioni e decidere se farle proprie del suo ambiente di lavoro oppure no. Va da sé quindi che per avere successo in quest’ambito è necessaria un’ottima conoscenza di Informatica Aziendale e in particolare come le aziende utilizzano le diverse tecnologie d’informazione; deve avere bene in mente il funzionamento del web e dei suoi strumenti: client systems, applicazioni, networking, linguaggio di programmazione, database e big data.
Qual è la sua personalità?
Il Cloud Architect è una figura professionale particolarmente dinamica, in costante cambiamento, sempre attenta ad adeguarsi all’evoluzione dei sistemi tecnologici. Un requisito fondamentale, poiché deve essere in grado di gestire direttamente e con maggiore competenza le transazioni end-to-end della piattaforma. Non si tratta solo di un esperto di programmazione, ma anche di una persona di grande apertura, valutazione e sperimentazione. Questo perché il Cloud Architect deve capire fin da subito che gruppo di lavoro si trova di fronte e avere una visione di insieme, comprendendo come si interfacciano i componenti, come comunicano le procedure e come interagiscono tutti gli elementi dell’ambito in cui si deve agire.
Quanto guadagna il Cloud Architect?
Il Cloud Architect è tra le figure più ricercate da aziende importanti come Coca Cola, IBM, Red Hat, Citi, VCE e così via. Per questo motivo il suo conto in banca raggiunge cifre da capogiro: si parla dai 60 ai 150 mila euro all’anno. Nella top 5 delle aziende che investono sulla nuova figura professionale ci sono Microsoft, Amazon, IBM, Salesforce e SAP.