L’Outplacement è il processo mediante cui una risorsa in uscita da un'azienda, viene affidata per il ricollocamento a un’agenzia specializzata. Si tratta di una decisione che le aziende possono prendere quando è presente del personale in esubero.
Outplacement: cos’è
L’Outplacement, traducibile in italiano come “ricollocazione”, è un termine coniato negli Stati Uniti nel 1970. Oggi viene utilizzato per indicare l’attività di consulenza che accompagna le persone in uscita da un’azienda, affinché il loro reinserimento nel mondo del lavoro sia più semplice. Tre sono i soggetti coinvolti in questo processo:
- l’azienda costretta a licenziare;
- il lavoratore che sta per perdere il posto di lavoro e ha bisogno di un nuovo impiego;
- la società di Outplacement che si occupa di supportare il lavoratore.
Perché offrire il servizio di Outplacement?
Il servizio di Outplacement è una di quelle pratiche che fanno di un Manager un buon Manager. In determinate situazioni, il licenziamento dei dipendenti è una scelta obbligata e può riguardare un solo dipendente così come interi reparti o divisioni. È in questo contesto, quando le aziende sono chiamate a riorganizzarsi o a ristrutturarsi su larga scala, che si fa sempre più ricorso all'Outplacement.
Tra i vantaggi dell’Outplacement ci sono ad esempio questi punti di forza:
- crea e mantiene un’atmosfera positiva in azienda, perché i dipendenti che rimangono hanno prova dell’apprezzamento e dell’attenzione con cui i colleghi in uscita vengono trattati;
- costruisce una buona reputazione aziendale, in quanto attira l’attenzione specialmente quando i licenziamenti obbligati riguardano un elevato numero di dipendenti: agli occhi dei media, dei partner commerciali e dei potenziali candidati, un’azienda che fa Outplacement è una buona azienda;
- la durata e i costi del licenziamento vengono contenuti, evitando le spese che un licenziamento “tradizionale” può portare con sé (spesso i dipendenti che stanno per essere licenziati si mettono in malattia, oppure avviano controversie legali): l’azienda collabora con il lavoratore in uscita, prendendo decisioni in comune accordo.
Come funziona l’Outplacement individuale?
In genere, l’attività di Outplacement si articola in quattro fasi:
- si analizzano le competenze del lavoratore;
- si preparano gli strumenti per la sua ricollocazione (es. revisione e aggiornamento del Curriculum Vitae);
- si analizza il mercato del lavoro per ricercare nuove opportunità d’impiego;
- si re-inserisce il lavoratore, supportandolo durante il processo di selezione e di nuova assunzione.
Le azioni sopra descritte vengono prese in carico da parte della società di Outplacement a cui l’azienda si affida. Tuttavia, come stabilito dal Decreto Legislativo 276/2003, affinché l’attività di Outplacement possa essere attuata, è necessario che il dipendente non sia stato licenziato per giusta causa.
Dal punto di vista pratico, il servizio di Outplacement può tradursi in attività di Career Coaching, nel supporto emotivo al dipendente licenziato, nella selezione delle offerte di lavoro in linea con le competenze del lavoratore.
Anche per il dipendente, dunque, l’Outplacement comporta diversi vantaggi:
- offre un supporto emotivo durante una fase delicata della carriera lavorativa;
- aiuta a riconoscere meglio il proprio potenziale e a utilizzarlo per trovare un nuovo impiego;
- velocizza la ricollocazione;
- riduce le conseguenze finanziarie e sociali del licenziamento;
- offre supporto professionale ed emotivo durante la ricerca del lavoro.
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