Per crescere, un’azienda ha bisogno di attrarre i talenti migliori e di investire sulle nuove generazioni. Ecco perché, sapere cosa la Generazione Z cerca, è fondamentale per le imprese. La Generazione Z (anche chiamata “iGen” o “Post-Millennials”) include i giovani nati dopo il 1997. Coloro che, secondo una ricerca condotta da Adobe, entro il 2025 rappresenteranno il 27% della forza lavoro.
Le caratteristiche della Generazione Z
Sebbene oggi la maggior parte dei lavoratori della Generazione Z sia agli inizi della propria carriera, o impegnata in tirocini in azienda, e vi siano dunque ancora pochi studi rispetto alle generazioni precedenti, è possibile delineare alcuni tratti comuni. I lavoratori della Generazione Z:
- sono istruiti (il 57% di loro ha frequentato l’università);
- sono attenti a tematiche come l’inclusione e la responsabilità sociale;
- sono decisi a trovare un equilibrio tra vita professionale e vita privata;
- si aspettano di lavorare con tecnologie all’avanguardia;
- hanno una mentalità imprenditoriale;
- non tollerano gli ambienti troppo autoritari.
Le aziende devono conoscere le peculiarità di questa specifica generazione così da cercare di offrire un ambiente di lavoro attrattivo e piacevole per la nuova categoria di giovani lavoratori.
La Generazione Z in azienda
I lavoratori più giovani, per scegliere un’azienda, prendono in considerazione principalmente tre aspetti: l’ambiente di lavoro, le possibilità di carriera e l’attenzione del datore di lavoro a tematiche quali la diversità e l’inclusione.
Secondo un’indagine della BBC, la Generazione Z ha un’apertura mentale maggiore in tema di uguaglianza di genere e identità: il datore di lavoro ideale è dunque un manager attento all’inclusione e alla tutela della diversità in azienda.
Inoltre, prestando molta attenzione all’equilibrio tra lavoro e vita privata e al benessere mentale, i Post-Millennials apprezzano le attività che creano un senso di comunità e considerano - al di là della retribuzione - quali benefit un’azienda può dare.
Offrire ai dipendenti la possibilità di interagire e comunicare tra loro, fuori dall’ambiente di lavoro, contribuisce a promuovere una cultura del lavoro positiva. Un punto particolarmente apprezzato dai nuovi lavoratori.
Un altro aspetto da considerare è che chi è nato dopo il 1997 è cresciuto (e sta crescendo) in un contesto denso di disinformazione, fake-news, leadership violente e negative. Spesso è quindi sfiduciato e tende ad essere estremamente cauto nei confronti di colleghi e datori di lavoro. Per conquistare la sua fiducia, un datore di lavoro deve essere autentico e sincero.
I lavoratori della Gen Z si aspettano una comunicazione trasparente, onesta, che li consideri come individui e che sia immediata. Vogliono essere coinvolti nel lavoro, e sapere che il loro tempo e il loro impegno hanno un significato reale.
Cosa possono fare le aziende?
Innanzitutto, devono studiare delle soluzioni per permettere ai propri dipendenti di far sentire la loro voce, di rafforzare la mission aziendale, aiutando i lavoratori a raggiungere gli obiettivi individuali e collettivi.
Ogni generazione è diversa da quella precedente e le aziende devono quindi elaborare strategie di comunicazione interna che rispondano alle esigenze e alle caratteristiche delle diverse generazioni di lavoratori.
La iGen ha infine aspettative molto diverse rispetto alle generazioni precedenti anche in fatto di comunicazione: preferisce usare la tecnologia, la stessa con cui comunica nella vita privata. Al contempo, dà al lavoro una grande importanza ed è disposta a investire molto tempo se sa che i suoi sforzi possono fare la differenza.
Se tiene conto di tutte queste caratteristiche, e crea un ambiente di lavoro inclusivo per i giovani, un’azienda può attrarre e trattenere i talenti della Generazione Z, acquisendo così un vantaggio competitivo sul mercato del lavoro.