Gli scatti di anzianità sono aumenti retributivi periodici che spettano ai lavoratori in base alla loro permanenza presso la stessa azienda. Sono previsti dalla Contrattazione Collettiva Nazionale (CCNL) e rappresentano un riconoscimento economico della fedeltà e dell'esperienza maturata dal lavoratore nel tempo.
Concessi a intervalli di tempo prestabiliti (in genere ogni 2, 3 o 5 anni a seconda del CCNL di riferimento), l’importo dell’aumento dipende dal contratto collettivo. Vediamo, nel dettaglio, come funzionano e come si calcolano.
Come si calcolano gli scatti di anzianità
Vengono calcolati come percentuale della paga minima contrattuale fissata dal CCNL. Generalmente, sono del 4%. Per calcolare lo scatto di anzianità a cui si ha diritto, dunque, è necessario individuare la paga minima contrattuale relativa al proprio livello di inquadramento, dividerla per cento e moltiplicarla per quattro. A essere determinante, quindi, è in primis la professione che si svolge, per la quale vige una retribuzione minima fissata dalla legge.
Applicando la percentuale del 4% alla paga minima di riferimento, si ottiene l’importo del primo scatto di anzianità. Quest’ultimo, di norma, viene concesso due o tre anni dopo l’inizio del rapporto di lavoro. Da quel momento, il lavoratore percepisce ogni mese uno stipendio aumentato della percentuale così determinata.
Il numero totale degli scatti d’anzianità, che sono cumulativi, è fissato dal CCNL applicabile. Di norma sono tra i sette e i dieci, a cadenza biennale o triennale. Nel contratto del commercio, ad esempio, sono previsti dieci scatti triennali, a decorrere dalla data di assunzione. Il lavoratore assunto a maggio 2024, dunque, avrà il primo scatto d’anzianità a partire da maggio 2027 e l’ultimo a partire da maggio 2054.
Tuttavia, è bene sapere che gli scatti vengono riconosciuti solo in caso di rapporto continuativo con lo stesso datore di lavoro mentre non riguardano i lavoratori autonomi, i tirocinanti, gli stagisti e i collaboratori coordinati e continuativi. Maturano invece in caso di malattia, ferie, infortuni, aspettative, congedi e cassa integrazione.
Scatti di anzianità e casi specifici
A disciplinare gli scatti di anzianità nel settore privato sono i CCNL. Ci sono contratti collettivi che ne sanciscono l’obbligatorietà, altri che non li prevedono, altri ancora che li legano alle performance. Per informarsi sulla propria situazione, dunque, è necessario fare riferimento al CCNL applicabile.
Riconosciuti sia ai lavoratori part-time che full-time, gli scatti di anzianità non tengono conto del montante ore ma seguono il principio cardine della proporzionalità.
Per evitare un doppio aumento, in caso di passaggio a una qualifica superiore, lo scatto di anzianità viene assorbito dall’aumento di stipendio. E, questo, si può tradurre in una busta paga uguale o inferiore a quella precedente. Per questo motivo, per non violare il principio dell’irriducibilità retributiva, molti datori di lavoro utilizzano il superminimo, una somma aggiuntiva rispetto alla paga minima contrattuale, garantita al singolo lavoratore o all’intera forza lavoro.
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